Fine di un’epoca: Gmail Annuncia la chiusura del servizio!

Tranquilli, si tratta dell’ennesima fake news in circolazione da fine febbraio circolata su un social media di Elon Musk. C’era anche una data, il 1° agosto 2024, con la chiusura definitiva e conseguente perdita di tutto l’archivio.

Si tratta di una notizia che non avrebbe alcun senso sotto ogni profilo dato che si parla di uno dei servizi più popolari al mondo. Eppure la bufala ha raggiunto un pubblico così vasto che Google si è vista costretta a pubblicare un post ufficiale in cui afferma in modo perentorio che “Gmail è qui per restare”.

Qualcosa, però, verrà eliminato davvero.

Quel che verrà eliminata sarà soltanto la visualizzazione basic in html della casella di posta elettronica ed è una decisione annunciata ormai da tempo. Dallo scorso mese di febbraio non sarà più possibile aprire la pagina semplificata e leggera, ma si passerà direttamente a quella standard aggiornata qualche mese fa, che include tutti i servizi accessori della casella come filtri, formati speciali e – presto – sempre più funzioni basate su AI.

Pro e contro della visualizzazione HTML

Ma che cos’è l’HTML? Nel caso di Gmail, esso consente agli utenti di visualizzare le proprie e-mail in uno stato semplice. Troppo semplice, infatti oggi è ormai obsoleta. Quando provi ad accedere alla versione HTML, Google mostra un messaggio che dice che la versione è progettata per “connessioni più lente e browser legacy” e ti chiede di confermare che non vuoi utilizzare la versione standard.

Gmail conta più di 1,8 miliardi di utenti attivi, dagli account Google dipendono tantissimi altri servizi a cui si può accedere attraverso il proprio indirizzo di posta elettronica. Insomma, oltre a non aver alcun senso, la chiusura richiederebbe un lavoro di proporzioni immense lato azienda e lato utente finale.

Google si sta attualmente concentrando sull’integrazione di funzionalità basate sull’intelligenza artificiale nei suoi prodotti, incluso Gmail, come ad esempio Duet AI, per aiutare gli utenti a scrivere e-mail o Bard, che si integrerà con gli account Google in modo da poter porre domande sulla cronologia della posta elettronica.